Nostro peccato fu ermafrodito

Il volume è dedicato ai complessi rapporti esistenti tra il diritto, la teologia e la letteratura durante il Medioevo, nell’ambito di quello che può essere definito il paradigma premoderno. L’indagine ruota principalmente intorno alla concezione della giustizia nella letteratura italiana del primo Trecento, soprattutto nell’opera di Dante e in quella di Cino da Pistoia, poeta e giurista, e intorno al dialogo – diretto o a distanza – che si intreccia fra i due amici. Se l’Alighieri è l’autore del primo trattato di diritto pubblico, la Monarchia, Cino, fondatore della scuola di commento giuridica, è il poeta che Dante indica come esemplare per la lirica amorosa nel De vulgari eloquentia. Temi centrali del libro sono il rapporto fra la giustizia e la sapienza (con speciale riferimento al Convivio e alla sua struttura, sulla quale viene proposta una nuova ipotesi), la relazione tra potere spirituale e temporale alla luce della storia di una metafora tradizionale (quella del sole e della luna) fino al suo approdo all’immagine dei due soli e alla rappresentazione dello stravolgimento delle categorie etiche e giuridiche nell’opera di Boccaccio. Nel libro si propone, inoltre, una nuova interpretazione del verso “nostro peccato fu ermafrodito” (Pg XXVI) cioè bisessuale sulla base delle fonti mediolatine (Isidoro, Uguccione e Alano da Lilla) e di quelle giuridiche (Ulpiano, Azzone, Alberico da Rosciate e Baldo degli Ubaldi).

INDICE:

1) Introduzione. Diritto e letteratura: il paradigma premoderno.
2) Il peccato ermafrodito (pg XXVI, 82)
3) Giustizia e Sapienza: un’ipotesi di ricostruzione del “Convivio”
4) Albedo iustitiae: la giustizia illuminata dalla misericordia (Mn I, XI)
5) La metafora dei due luminari tra Dante e Cino
6) La svolta dottrinale di Cino
7) La pena del sacco: Dante, Cino e Boccaccio
8) Conclusioni: il dantismo giuridico

The volume is dedicated to the complex relationships existing between law, theology and literature during the Middle Ages, within what can be defined as the pre-modern paradigm. The investigation mainly revolves around the conception of justice in Italian literature of the early fourteenth century, especially in the work of Dante and that of Cino da Pistoia, poet and jurist, and around the dialogue – direct or at a distance – that is intertwined between the two friends. If Alighieri is the author of the first treatise on public law, the Monarchia, Cino, founder of the school of legal commentary, is the poet that Dante indicates as an exemplary for love poetry in De vulgari eloquentia. Central themes of the book are the relationship between justice and wisdom (with special reference to the Convivio and its structure, on which a new hypothesis is proposed), the relationship between spiritual and temporal power in light of the history of a traditional metaphor (that of the sun and the moon) until his arrival at the image of the two suns and the representation of the distortion of ethical and legal categories in Boccaccio’s work. The book also proposes a new interpretation of the verse “our sin was hermaphroditic” (Pg XXVI) that is bisexual on the basis of Middle Latin sources (Isidore, Uguccione and Alano da Lilla) and legal ones (Ulpiano, Azzone, Alberico da Rosciate and Baldo degli Ubaldi).
https://www.ediorso.it/albedo-iustitiae.html…